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Visualizzazione dei post da febbraio, 2022

La distanza del fusto

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  si insomma ... te ne stai lì a rigirare frames della vita tra le dita, i capelli e i pensieri. - un piatto di spaghetti ai pomodorini. ordini, mentre il mondo bisbiglia un sottofondo talmente presente che sfuggi tu. non senti il chiasso dell'ora di punta, le suonerie dei cellulari, le chiacchiere ai tavolini accanto, i frushhh delle cerniere dei giacconi, nè il calpestio dei passi altrui, le auto fuori a pochi metri dalla sala oltre la piccola siepe ... scompare tutto. sei sospeso tra le righe di un qualcosa che si scrive senza inchiostro e senti che delicato preme pur non facendosi livido ma carezza, una traccia luminosa nel sottobosco muschioso che hai imparato a amare, forse per il profumo di terra e muschio, forse per "la distanza del fusto" quella misura che usi per ricordarti che tutto è connubio tra terra e cielo, materia e anima. - vedi? - dicevi - guarda i rami degli alberi spogli. sono come le radici ma si aggrappano al cielo, vivono spingendosi verso l'al

cariche.elettriche.di.sipari.onirici

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  che ti dice questo tempo appeso ai rami come foglie grondanti pioggia taciuta scivola su fibrosi intrecci di resine e muschi e ... e resta forse memoria racchiusa in corteccia che annusi assieme alla notte curva su fiati e occhi senza dimensione cariche elettriche di sipari onirici pina ianiro

il tatto mistico del silenzio

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  niente e' riconducibile a ieri se non per errore o estrema sintesi, evolve ogni trama, si discioglie il derma nel tatto mistico del silenzio, della quiete del buio, mentre viene sera. è spazio incolmabile la distanza di una foglia al suolo. è spazio incolmabile l'intreccio delle dita di queste nostre mani. siamo stati attraversati da secoli di memoria e ora restiamo a chiederci come donarci gli occhi. pina ianiro