La luce rosa si rifrange ovunque, mi cattura l'intensità stesa come una piacevole macchia sul pavimento del salone, tanto da interrompere il flusso perpetuo delle faccende varie e soffermarmi nella meraviglia del momento. Il respiro si fa lento, i pensieri si sciolgono in frammenti poetici della stessa luce, delle medesime sfumature, avverto quel formicolio gradevole di una primavera promessa, dormiente ma pronta nel guscio dell'inverno. Ho lo sguardo affamato, non é la vista il mio forte eppure l'osservazione mi contraddistingue ed é un osservare strano, come uno scavare, tanto che a volte ho l'impressione di bucare, di arrivare troppo in là. Resta sempre il cielo, il soggetto più interessante, forse perché non finisce mai. Me lo chiedo ancora, come da bambina "finisce da qualche parte?" e ancora provo iperboliche spiegazioni non curante di qualsiasi prova scientifica. E la mente viaggia, e mi sento piccola, sempre più piccola, microscopica, pulv...