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La distanza del fusto

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  si insomma ... te ne stai lì a rigirare frames della vita tra le dita, i capelli e i pensieri. - un piatto di spaghetti ai pomodorini. ordini, mentre il mondo bisbiglia un sottofondo talmente presente che sfuggi tu. non senti il chiasso dell'ora di punta, le suonerie dei cellulari, le chiacchiere ai tavolini accanto, i frushhh delle cerniere dei giacconi, nè il calpestio dei passi altrui, le auto fuori a pochi metri dalla sala oltre la piccola siepe ... scompare tutto. sei sospeso tra le righe di un qualcosa che si scrive senza inchiostro e senti che delicato preme pur non facendosi livido ma carezza, una traccia luminosa nel sottobosco muschioso che hai imparato a amare, forse per il profumo di terra e muschio, forse per "la distanza del fusto" quella misura che usi per ricordarti che tutto è connubio tra terra e cielo, materia e anima. - vedi? - dicevi - guarda i rami degli alberi spogli. sono come le radici ma si aggrappano al cielo, vivono spingendosi verso l'al...

cariche.elettriche.di.sipari.onirici

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  che ti dice questo tempo appeso ai rami come foglie grondanti pioggia taciuta scivola su fibrosi intrecci di resine e muschi e ... e resta forse memoria racchiusa in corteccia che annusi assieme alla notte curva su fiati e occhi senza dimensione cariche elettriche di sipari onirici pina ianiro

il tatto mistico del silenzio

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  niente e' riconducibile a ieri se non per errore o estrema sintesi, evolve ogni trama, si discioglie il derma nel tatto mistico del silenzio, della quiete del buio, mentre viene sera. è spazio incolmabile la distanza di una foglia al suolo. è spazio incolmabile l'intreccio delle dita di queste nostre mani. siamo stati attraversati da secoli di memoria e ora restiamo a chiederci come donarci gli occhi. pina ianiro   

Roma di pioggia e volo di gabbiani

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  Poco oltre me, il volo dei gabbiani sul ponte di Viale Marconi. Il semaforo rallenta l’andare, lo interrompe, così posso perdermi tra le ali bianche. Anche il cielo è bianco e l’affaccio dei palazzi perde il chiasso dei colori velati dalla pioggia. Imprimo la libertà che mi suggerisce l’immagine, quel volo potente e leggero, fin dentro le membra, prima di ripartire. Roma è bellissima, me lo prende tutto il respiro e se lo porta lungo le strade, nei viali alberati, nei parchi, lungo i binari dei tram. Quando mi sposto da sud a nord, evito il GRA, per il gusto di guardare i paesaggi urbani che cambiano a seconda del tempo e delle stagioni. Oggi il paesaggio è velato da una pioggerella english style, quel piovere aria nebulizzata che non sai se aprire l’ombrello o lasciarti avvolgere, problema non mio visto che sono in macchina e chissà perché realizzo che domani è il primo febbraio. Un rapido calcolo per analogia di mesi e per accadimenti vari e resto scioccata a pensare che sono ...

Ospiti Speciali -fotografia- Irene Vallerotonda ci racconta la guerra

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  “Mi chiamo Irene e fotografo per raccontare ciò che non riuscirei mai con le parole. Per fermare un attimo. Per cogliere un'emozione ...”   Oggi intervisto Irene Vallerotonda , una donna forte e sensibile fotografa per passione. Abbraccia il mondo Irene, lo fa con la sua spiccata sensibilità, con l’attenzione del suo sguardo sempre pronto a cogliere momenti particolari, ha urgenza di comprendere, osservare, emozionarsi, ricordare, fermare dettagli e attimi, ma anche voglia di trasmettere messaggi che a parole perderebbero di spontanea intensità. Irene e la sua Nikon D610 regalano preziosi punti di vista e spunti di riflessione su tematiche sociali, culturali, storiche ma anche scorci suggestivi e pittoreschi di luoghi (recente una sua mostra personale “ Vi racconto Cuba ”), dinamiche immagini di street e non ultimo ritratti che lasciano spazio all’espressione come focus centrale. Ciò che fa Irene è osservare la realtà che la circonda essere attenta, in ascolto, e...

Una panchina rossa che fa riflettere

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Domenica passeggiando verso il parco di Fonte Meravigliosa, ho la rara fortuna di cogliere un’immagine straordinariamente simbolica, leggera e densa allo stesso tempo.  Se avessi voluto immaginare uno scatto simile, se avessi voluto provare a ricrearlo, avrebbe perso in spontaneità, proprio quella colta nel gesto della bambina che ho visto correre davanti alla panchina, poi fermarsi a osservarla e infine accovacciarsi a leggere la targa affissa.  Non ho potuto fare a meno di immortalare questo momento che parla senza ausilio di sottotitoli e che ognuno si racconterà a suo modo.  Confesso che mi sono guardata attorno pensando che ci fosse, altrove, qualcuno a fotografarla o una macchina da presa. Ebbene sì, per un momento ho creduto si trattasse di qualcosa di concordato per lanciare un messaggio preciso. Invece poco lontane, voltate di spalle, chiacchieravano due donne che immediatamente dopo l’hanno chiamata a proseguire assieme.  La bambina avrà all’incirca 6 o 7 a...

libero tratto di riga

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 stesa nuvola di silenzio dietro le tende e il vetro questo cielo mi appartiene sopra i lampioni luce fioca inghiottita a fatica non lego nulla al mio polso al dito libero tratto di riga l'orizzonte cui sempre tendo motiva ogni passo adorna il sorriso marchia quest'anima nomade tengo sveglia la notte impasto la terra alla pioggia vivo inchiostro  parole nuove per ricamare l'alba si fa nome tra le labbra l'amore resta centro resta incanto e io  ti sento nessun confine pura iperbole di tempo chissà da quanto  ci sedevamo accanto chissà da quanto ci sedevamo accanto pina ianiro©️