_"my God, what have we done?"_

Erano le tre di notte quando il generale Paul Tibbets con il suo velivolo si alzò in volo dalla base aerea di Tinian. Assieme a lui altri undici uomini e un "little boy" di cinque tonnellate e, forse, anche di più.
L'alba si palesava lentamente in un giorno che sarebbe rimasto impresso nella pagine più tragiche della storia; era il 6 Agosto del 1945 ...
Paul sapeva che stava conducendo una missione di estrema importanza. Se tutto  fosse proceduto secondo i piani, la guerra avrebbe avuto fine, almeno così gli avevano detto i suoi superiori ...
Pensava alla voce del generale e alle sue parole: "colonnello Paul Tibbets, ti è stato conferito un potere secondo solo a Dio!" ... a questo pensava sorvolando cieli ignari ... e alla madre che presto l'avrebbe accolto a braccia aperte orgogliosa di lui.
Si, Paul non vedeva proprio l'ora di mettere fine a quella maledetta, lunga guerra e tornare dalla madre Enola Gay nome a lui così caro da battezzarci il suo bombardiere B-29 quello che l'avrebbe innalzato agli onori militari.
Paul era eccitato ma manteneva il suo solito sangue freddo, un colonnello dell'aeronautica americana non poteva permettersi distrazioni.

Alle 8:10 l'aereo si trovava a 32.000 piedi da terra e a pochi chilometri da Hiroshima.
.....
... I minuti scorrevano ...
sotto le ali di Enola Gay
la città di Hiroshima ...
quelle ali spalancate
contro un cielo sereno e ignaro
quelle ali come braccia allargate
non in un abbraccio di madre
ma di morte
non di protezione
ma di distruzione ...
......
"mancano tre minuti all'obiettivo" comunicò il bombardiere e puntatore Tom Ferebee al colonnello Paul Tibbets.
I secondi scorrevano ...
"Pronti a sganciare" comunicò il colonnello Paul ... Un breve conto alla rovescia che avrebbe rovesciato un secolo e i successivi ... brividi lungo la schiena per l'equipaggio di Enola Gay ... ignara vita sotto l'ombra delle ali assassine di Enola Gay ...

Alle 8:15 e 17 secondi gli sportelli dell'aereo bombardiere si aprirono ... 

Enola Gay rappresentò, in quell'attimo, la storia gravida di disumanità e distruzione ...
Lewis si portò le mani alla testa scuotendola addolorato.
..."My God, what have we done?" gli venne da gridare, ma trattenne insieme alle lacrime e scrisse tremando sul diario di bordo ... 

eApianirò 2010©
"Io lasciai Hiroshima, ma Hiroshima non lasciò mai me" ammise in un'intervista Theodore Van Kirk uno degli uomini dell'equipaggio. 

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