_In musica II_


Inevitabilmente penso a questa fantomatica musa ispiratrice: Margherita...
Concreta o semplicemente immaginata, Margherita vive in questa canzone. Tangibile è l'amore che la ispira, fuori dalla logica segue solo l'llusione della bellezza che esplode in un testo e in un'interpretazione che è un crescendo che piano si placa e, ogni volta, mi ci perdo.
Dovrei smetterla di essere così sensibile, è controproducente in questo mondo.
Mille volte, almeno, ho sognato di essere Margherita, ho creduto di essere Margherita ma... nessun "Cocciante" ha amato così perdutamente la mia anima (perchè qui c'è anima ovunque! e viene prima di qualsiasi altra cosa...) da ubriacarsi di essa fino a scriverne e cantarne.
Allora ammiro e invidio Margherita, così eterea, colorata, vera, viva, dolce, così musicale... la immagino meraviogliosamente perfetta, una fata che poco ha a che fare con la nostra umanità di donne comuni, incorniciate in un clichè tutt'altro che etereo ma estremamente e spaventosamente pragmatico. Un pò mi spaventa quanto siamo rimasti arretrati relativamente ai ruoli sociali. Anni di evoluzione ma la donna rimane un essere da giudicare, da mettere al rogo, basta che esca dagli schemi, basta che pensi, basta che provi ad esprimersi, basta che dica "no, io non ci sto!"... E' inutile che ci illudiamo per noi è sempre tutto più complicato, anche oggi e forse addirittura peggio visto l'ipocrisia che regna suprema.
Provate a guardate le nostre anime senza timore di precipitare in tutto quello spazio immenso che siamo, le donne hanno universi immensi ... quella profondità che spaventa se non si sa volare. Per volare nel cielo di una donna bisogna amarla con semplicità e dolcezza... Cocciante c'è riuscito, ha volato nel cielo di Margherita......

ps:  Caro Cocciante, una sola cosa devo rimproverarti... Margherita, non è tua! Nessun essere appartiene a nessun altro, solo il delirio d'onnipotenza dell'uomo può utilizzare un aggettivo possessivo accanto a un nome proprio di persona. Ti perdono solo perchè prima di concludere con "è mia" hai utilizzato l'avverbio di tempo: adesso... dunque, ne hai smorzato l'impatto!
Un bacio Riccardino! Che vuoi, io sono così!

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