_Notti di cristallo (3)_

E' più facile accada la notte, affogare dentro ai pensieri come in un mare che avviluppa ... è quella quiete silenziosa che tutto ricopre che tradisce. Il possibile può tramotarsi in impossiblile, viceversa l'impossibile potrebbe trovare inspiegabili e magiche soluzioni. 
Porte di probabilità si aprono e si chiudono in un gioco di contorni visivi plasmabili a seconda dell'immaginazione di chi ascolta la notte.
Quando ho imparato ad amarla, la notte? Quando il giorno non mi è più bastato per contenere la sete, e la sete era troppa. Avevo camminato in un deserto senza accorgermene. Accecata dal sole, impressionata dai miraggi... I viaggi, però a volte, cominciano lì dove si interrompono... Accampata in una tenda, stesa su un tappeto persiano, mi accorsi delle stelle. Erano dentro di me. Avevo la notte. Avevo il giorno e la notte, e mille carte da cui ricomincire il viaggio e, troppa, troppa sete perchè il giorno potesse bastarmi. Mescolai le carte, le stesi sul rosso del tappeto, senza guardarle me ne andai.
Piedi scalzi, come è ovvio. Lasciai che la notte mi fiutasse, per diventarle amica. Era fresca, odorosa, immensa... Il cielo blu scuro, a tratti nero, non era contenitore di sogni, era spazio creativo.
Ora è il luogo dell'anima che si esprime libera. Mentre tutti dormono.
Ogni sera racconta la sua storia che amo ascoltare in barba alla stanchezza.



pina ianiro (da poco 1 Agosto 2014)

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