Amarcord dell’Ente Natura Roma
Non ci sono le conifere sullo sfondo, non c’è l’autobus del Fairbanks Transit System n. 142 (datato anni ’40) verde e bianco, ormai sbiadito dal tempo e rosicchiato dalla ruggine, non c’è Christopher McCandless e non siamo in Alaska, eppure quanto ricorda, per composizione e scenario, la celebre immagine resa nota dal film “Into the Wild” questa foto di Giustina Cervone!
Siamo invece nella Riserva Naturale della Marcigliana e il veicolo abbandonato è un pulmino Fiat 850 della Cooperativa Agricola di Tor San Giovanni (appartenente alla Riserva Naturale e, da quanto si evince dalla scritta, utilizzato per attività di Vigilanza).
Il mezzo abbandonato, proprio come il Magic bus del film di Sean Penn “Into the wild”1, è un dettaglio amarcord che spezza il contesto paesaggistico altrimenti incontaminato.
La riserva naturale Marcigliana è un’area naturale protetta tra le più estese del territorio capitolino, situata a nord est, tra le consolari Salaria e Nomentana, fuori dal GRA e completamente racchiusa all’interno del Municipio III (Roma-Montesacro). L’area si estende su 4.696 ettari, il 75% dei quali ad uso agricolo. Rappresenta una porzione di Agro Romano tipico di inestimabile valore per le caratteristiche paesaggistiche, naturali (flora e fauna), storiche, nonché socioculturali, basti pensare che in quest’area sorgeva l’antica città latina di Crustumerium, a controllo di una importante via di comunicazione tra la Campania e l’Etruria.
Tornando alla foto, come dicevamo, è davvero assurdo dover spesso costatare quanto l’intervento umano sia inquinante non solo a livello ecoambientale e dunque, tangibile e materiale ma, cosa perfino più inquietante e dannosa, a livello mentale. Forse l’uomo è uno dei pochi esseri capace di essere tossico a se stesso, non rispetta la natura perfino quando (come in questo caso) si propone di preservarla e sensibilizzare altri allo stesso scopo (essendo, come dicevamo, il pulmino di proprietà della Riserva). Si arriva al paradosso! Perché purtroppo alla fine ciò che prevale è la costante ricerca di beni materiali, dell’avere, avere e avere, per poi essere perennemente insoddisfatti.
Del resto Christopher McCandless maturò la sua scelta estrema proprio per sottolineare il suo contrasto con una società spinta soprattutto dalla bramosia del possesso materiale, incurante del resto se non a chiacchiere.
Fugge dalla mentalità del capitalismo, del consumismo e si mette in viaggio a piedi e in autostop tra Stati Uniti e Messico del Nord, fino ad arrivare in Alaska. E’ proprio quando entra in contatto con la natura incontaminata che raggiunge un elevato stato di pienezza interiore. Anche se purtroppo l’epilogo della sua esperienza sarà tragico2 …
Al di là di questa interessante assonanza tra le immagini: quella di Giustina Cervone (autrice della foto odierna), quella che resta l’unico autoscatto di Christopher McCandless davanti al Magic bus e i fotogrammi delle scene del film; è doveroso soffermarci sull’intensità dello scatto di Giustina Cervone che è riuscita a rendere una straordinaria profondità scenografica che, unita alla definizione dei contrasti cromatici e di luminosità, crea una tridimensionalità che appare tangibile. Tutto, al di là del pulmino, appare ampiezza e anche l’interruzione ottica dettata dalla presenza fuori luogo del veicolo è chiaramente cercata con intelligente dote, dall’autrice, così da innescare il gioco narrativo il cui “c’era una volta …” (in questo caso “c’era una volta un pulmino abbandonato in un’ampia distesa naturale …”) viene proseguito da chi osserva.
Pina Ianiro
La Foto del Giorno, rubrica di Alessandro Lisci su Romaoggi.eu del 11.5.21
Riserva naturale della Marcigliana © Giustina Cervone
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