Attesa

pina ianiro

 

C’è un piacevole brusio in sala, le poltroncine sono quasi tutte occupate, si percepisce che l’attesa sta per terminare, infatti, le luci iniziano a dissolversi mentre le note di El ultimo cafè (Julio Sosa) si diffondono e lento, dal centro, si apre il sipario col suo pronunciato drappeggio di velluto rosso …

Si svela la scena rappresentata sul palco: una parete disomogenea, una sedia di ferro smaltata d’azzurro, un tavolino bianco. In sala il silenzio diventa un ulteriore, insostituibile, spettatore. E’ quel silenzio carico di pathos e d’emozione che -chi lo vive lo sa- conferisce vita al teatro prima ancora degli applausi.

La musica e il silenzio sembrano già unirsi in un tango. La magia fluida della comunicazione teatrale si innesca dal primo istante.

Anche la comunicazione tra un’immagine e chi la osserva si innesca dal primo istante, soprattutto quando alla semplicità compositiva si aggiunge la cura del dettaglio che fa la differenza.

Alessandra Cagnazzo ha realizzato un’opera d’arte con questo scatto colto in via Mario de’ Fiori (nei pressi di Piazza di Spagna). Questa immagine è di per se stessa parlante e l’unicità, come spesso accade soprattutto nell’arte, è enfatizzata dalle imperfezioni: la non omogeneità della parete, l’asimmetria di tavolino e sedia, e la decontestualizzazione della scena presentata (si potrebbe pensare a un bar ma non c’è nulla che possa confermarlo). Questi spunti sanno rendere unica l’opera artistica e creano attrattiva, stimolando la fantasia di chi osserva.

Intanto gli attori compaiono in scena, uno alla destra del palco e uno alla sinistra. Camminano verso il centro e una volta arrivati davanti al tavolino, parte il loro tango.

Speriamo, allora che l’attesa sia terminata e tutto possa presto riprendere oltre l’immaginare.

© Pina Ianiro

La Foto del Giorno, rubrica di Alessandro Lisci su Romaoggi.eu del 7.5.21

 

Via Mario de' Fiori © Alessandra Cagnazzo

alt tag attesa

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

_Ultimo brindisi (poesia di: Anna Achmatova, 1934)_

pina ianiro
Immagine
Così stasera decido di lasciarvi dei versi tristi non scritti da me ma da un grande poeta russo:  Anna Achmatova. Sì, era una donna. Si, ho scritto poeta. Era così che preferiva essere definita.  Sono grandi le donne quando usano il cervello, quando ascoltano l'istinto, quando vivono a testa alta, con dignità e passione, quando lottanno e non si arrendono, quando non ascoltano le chiacchiere di quanti sono pronti a annientarle ma vanno avanti con forza e si rialzano più consapevoli dopo ogni caduta...  Sono belle le donne vere, quelle che incantano al di là della bellezza. Effimero l'involucro senza contenuto. Bellissime le labbra che sanno narrare, gli occhi pieni di fame di sapere, le mani che lavorano la vita ricevuta, i piedi pronti a nuove strade da percorrere e muscoli tesi in sforzi senza posa come il cuore che pompa ininterrottamente amore anche quando ha ferito, anche quando ha deluso... forse allora, l'amore, sembra morire, in realtà si trasforma... d...
Read more »

_Mimosa (finchè non sono stata donna)_

pina ianiro
Immagine
Finchè non sono stata donna tra fili spinati camminando lenta, mentre dentro correvo tempesta   che passione tesse una donna in silenzio e’ dolce veleno nello sguardo lacrime su culle vuote mani strette attorno a croci voci è malattia sofferta, paura e preghiera fiato , respiro, strettoia è vita, novità e calore è figli che sono generazioni di pensieri originali svolte ghirigorando origami e merletti strade sterrate piedi scalzi e sudore stanchezza che diventa tempio inginocchiata sul mondo china sulla terra a seminare speranza perché una donna è guerra e pace fermento continuo in equilibrio, danzando casa e abbraccio profumato più di ogni altro dove è dare, donare e amare gialla atmosfera luminosa polvere iridescente e magica … mimosa. p. ianiro  ( per le amiche ... 7.03.2016 )
Read more »

_300 posti profilo professionale Istruttore Polizia Municipale... cronaca di un ordinario giorno da precario_

pina ianiro
Immagine
Metti un normalissimo venerdì a Roma. 1 giugno, primo giorno d'estate vera. Caldo e afa e un popolo di precari che si incammina verso l' Eur. Tra questi precari ci sono anche io e oggi provo il concorso per 300 posti nel ruolo di Istruttore Polizia Municipale (detto in soldoni: vigile urbano). Proprio ieri è terminato il mio rapporto di lavoro, dopo un contratto a termine di un anno. Il fatto che per 300 posti siano state previste 16 sessioni d'esame (quiz) si commenta da solo... Ore 11:00 arrivo al Piazzale dello Sport, il sole già picchia, vicino al cancello d'ingresso c'è già un gruppetto esiguo di poveracci come me che cercano riparo approfittando dell'ombra creata dal piccolo tetto sopra al cancello. Passa poco dal mio arrivo tra loro e cominciamo a parlare, solite cose che si possono dire mentre si aspetta di svolgere una prova preselettiva per un megaconcorso. Alla mia destra e alla mia sinistra ci sono due ragazze di Napoli trapiantate a Roma, di ...
Read more »