Doppio arcobaleno periferico
Un anno fa ci siamo aggrappati a pezzi di lenzuola, colorati con arcobaleni, come fossero paracadute che potessero portarci presto e nel modo migliore in salvo da qualcosa mai sperimentato e vissuto, una pandemia che ci ha tolto qualsiasi sicurezza -se mai ve ne fosse stata una-, ci ha troncato speranze, sogni e sonni. Quella frase ridondante che ci hanno inculcato come pillola passabua dell’andràtuttobene, personalmente non mi ha mai convinta, poteva bastare l’arcobaleno a testimoniare la speranza che non muore mai.
Ed eccolo il portavoce della resistenza resiliente, una curva di spettri di colore tanto luminosi e marcati, quanto evanescenti. Una curva di luce magica che unisce e protegge e sottolinea il passaggio da una pioggia che sta per finire, al sole che ancora non la sostituisce ma si fa già sentire, come una promessa. Si legge questo nello scatto di Gianni Contini, più che una foto una metafora dei sentimenti che oggi ci accomunano.
E forse abbiamo talmente bisogno di sognare che viene facile immaginare la mano di un invisibile street artist che, armato di bombolette, ha trasformato il cielo grigio plumbeo di un piovoso pomeriggio romano al Quadraro in un murales metropolitano.
Portaci fortuna arcobaleno metropolitano!
Pina Ianiro ©
La Foto del Giorno, rubrica di Alessandro Lisci su Romaoggi.eu del 10.3.21
Roma Quadraro vista verso Via dei Gordiani © Gianni Contini
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