Il riposo dell’Anima

 

Sembra torbida l’acqua del Lago d’Endine (Bergamo), in questa immagine. Un velo liquido increspato che impedisce di vedere in trasparenza, costringendo a restare in superficie.

Le sagome, le luci e le ombre che ci si proiettano, mutano di continuo tanto che un secondo scatto fatto rimanendo perfettamente immobili, non riprendendo ancora il fiato dal primo, presenterebbe differenze.

Il cambiamento è perenne, la sua direzione sfugge alla comprensione per chi osserva.

Lorena Avanzini restituisce il pensiero a un’immagine ricca e intensa non solo per la composizione ma ancora di più per il messaggio che induce a cogliere, ricco di significato.

L’inquadratura priva l’osservatore di un orizzonte, lo fa di proposito Lorena Avanzini, ci costringe a vedere il presente come una superficie riflettente e deformante in cui non riusciamo a ritrovare alcuna certezza e non è semplice coltivare speranza, è un presente in cui ci perdiamo disorientati nel nostro piccolo spazio limitato di domande, ma l’autrice ci chiede di fare un ulteriore sforzo, ci incita a cercare il nostro orizzonte, la nostra nuova dimensione.

E’ vero, c’è una scala che pare portare verso il nulla e una barchetta addormentata su acque in cui non va più di galleggiare perché ora dondolare lasciando leggeri i pensieri non ci riesce, siamo presi dal pratico, imbrigliati nella pragmaticità, tentiamo di restare a galla per sopravvivere, non possiamo sognare adesso non ci riusciamo per paura di essere delusi dai nostri stessi sogni, eppure Lorena Avanzini sovverte i canoni fotografici in questo scatto e porta l’orizzonte in primo piano, un orizzonte insolito fatto di vita che fiorisce tra vellutati petali di rosa, un rosso vivido di speranza.

Pina Ianiro ©

 

La Foto del Giorno, rubrica di Alessandro Lisci su Romaoggi.eu del 25.3.21

 

 Lago di Endine, Bergamo © Lorena Avanzini