L’aquilone!

Arrivano da ogni dove le nuvole e si ammassano fino a oscurare ogni frammento d’azzurro, fino a soffocare la speranza che qualche timido raggio di sole riesca ancora a filtrare. Diventa denso e minaccioso il cielo, privo di colori se non diverse varietà di grigio. Diventa impenetrabile, così torvo e pesante che pare voglia cadere da un momento all’altro e forse cade, visto come sono prossime al suolo le nubi all’orizzonte. Risucchia il colore e copre tutto di ombre, oppure il colore rimane ma sembra scomparire? Nel dubbio Antonio De Marco predilige fermare l’immagine in un bianco e nero mimetico, in cui tutto c’è e non c’è, pare mescolarsi eppure resta netto e distante dal resto. Un bianco e nero che non ovatta ma esalta e rimarca la scena fotografata, conferendo un senso di ricercata raffinatezza.

Rende tangibili le sue stesse sensazioni Antonio De Marco, evidenziando il gioco di un ragazzino che non si lascia assolutamente intimidire da una condizione metereologica sfavorevole, anzi la sfrutta per riuscire a far volare ancora più in alto il suo aquilone.

L’aquilone sembra animarsi della stessa vitalità del ragazzino che lo ha liberato in aria. Uno diventa il continuo dell’altro e l’uno prende la qualità mancante dell’altro, uniti da un filo magico che trasmette all’aquilone anima e al ragazzo le ali.

E mentre la spiaggia si svuota, il vento aumenta e cadono le prime gocce di pioggia, il ragazzo e il suo aquilone restano padroni del momento, del luogo e del tempo, troppo presi dalla dimensione leggera eppure potente del gioco, restano a dominare il cielo e i suoi capricci senza badarci.

Antonio De Marco ascolta questo racconto di vita vissuta, ascolta osservando e coglie con esattezza l’immagine che l’ha colpito per rendercela quanto più possibile intatta, del resto è un’immagine preziosa.

E’ riuscito talmente bene nel suo intento comunicativo che guardando la foto, continuo a domandarmi: quando si diventa coscienti del bello e del cattivo tempo? Quando e perché smettiamo di giocare e decidiamo di diventare adulti? E soprattutto, perché facciamo finire la magia?

Forse non sono le nuvole a interrompere i giochi, ma noi che non giochiamo più a notare troppo le nuvole.

© Pina Ianiro

 

La Foto del Giorno, rubrica di Alessandro Lisci su Romaoggi.eu del16.6.21

 

 L''aquilone © Antonio De Marco

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