Stazione Termini… aspettando il treno
Siamo talmente orfani della normalità che ormai perfino le attese alla stazione diventano momenti preziosi.
E’ una simmetria assiale quasi perfetta la foto di Elisabetta Pellini che gioca con le geometrie e i colori perché è loro che vuole come elementi narranti ma lo fa in modo insolito, originale e sorprendente.
A colpo d’occhio l’immagine sfugge alla comprensione immediata e reale del “dove” e “cosa”; l’impressione è che l’autrice abbia voluto sperimentare l’individuale percezione come potrebbe fare uno psicologo curioso della mente del proprio paziente. Infatti, come in un test di Rorschach1, appena l’occhio cattura l’immagine ogni mente è libera di elaborare il suo percorso e nei primi trenta secondi vede ciò che vuole vedere non ciò che realmente è fotografato (nel mio caso ho pensato all’ingresso di un albergo di lusso), lentamente la mente inquadra, incasella, ricollega, come un puzzle in cui i pezzi erano, però, già tutti al loro posto, eppure l’inquadratura e la simmetria perfetta, unite a colori particolari (i binari, le paratie, le tettoie e altri elementi sembrano patinati d’oro), avevano fuorviato la lettura.
Ho trovato questo espediente stimolante e non mi sorprende che dietro l’obiettivo vi sia la sensibilità di una donna, l’elasticità di una mente allenata per natura all’ipertestuale, al multiprospettico, a quella visione sfaccettata, raffinata e complessa che non si esaurisce in ciò che vede ma sfocia nel sentire.
Mentre torniamo in zona rossa guardiamo questo binario vuoto patinato d’oro e ambra …
L’attesa del treno alla Stazione Termini è così immortalata e diviene dialogo artistico per narrare la speranza di un viaggio che ci porti non solo altrove, senza più vincoli e chiusure tra Regioni, ma fuori da questo inferno pandemico.
Pina Ianiro ©
La Foto del Giorno, rubrica di Alessandro Lisci su Romaoggi.eu del 14.3.21
Stazione Termini © Elisabetta Pellini
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