Da zen a 1000 sfumature di intolleranza in un secondo

 

A respirare assoluti spazi di quiete, siamo rimasti in pochi.

C'è la tendenza a riempire, un perenne bisogno di colmare.

Libri e programmi che spiegano come disfarsi dell'eccesso (decluttering in occidente, feng shui in oriente), ma poi ...

Solite chiacchiere.

Mi guardo intorno e la cosa mi è chiara.

Lo spazio, il silenzio, tutto ciò che presuppone un "vuoto", evidentemente fa paura.

Lo osservo da tempo e probabilmente lo noto perchè, al contrario, per me il percepito vuoto è spazio utile, indispensabile e salvifico.

Non riuscirei a pensare, a creare, riprendere ricordi o sognare; non sarei in grado di comprendere me nè gli altri, se non ricercassi quei momenti di silenzio e spazio da lasciare intatto, da custodire gelosamente e preservare.

Stamattina sono scesa prima delle 8 in spiaggia.

Amo nuotare e quell'ora è perfetta per vari motivi.

Uno tra di questi e che non c'è quasi nessuno e c'è il silenzio giusto per una simbiosi con il rumore del mare, le voci dei gabbiani, qualche cicala già al lavoro ...

Invece stamattina c'era qualcuno che aveva assoluto bisogno di invadere, con la propria voce, ogni cosa.

Sovrastava il suo chiamare nomi e parlare e a quella voce si aggiungevano quelle dei chiamati all'appello, tutti con un tono elevato, fastidioso in quel momento di quiete.

Non era un vociare, era un parlare pensando di dover arrivare a farsi sentire a metri di distanza.

Addio suono del mare, dei gabbiani ecc...

Leonardo, però che cavolo, pure tu! Rispondi a tua mamma (?) dopo dieci volte che ripete il tuo nome come una puntina incantata su un disco graffiato!

E tu bambina, così carina con i codini leggiadri, la smetti di chiamare Cammela? Che poi pure Carmela (Cammela per la piccina) mica si sposta per andare da Rosina? Macchè! Rosinaaaa, Rosinaaa ...

E dell'immancabile cagnetto (ecco che sto per firmare col sangue la mia prossima reale condanna ...) isterico e abbaiante al seguito, ne vogliamo parlare?

Così accade che il mio spirito da zen si tramuta in 1000 sfumature di intolleranza al bisogno di essere invadenti a prima mattina.

Fortuna che il mio water instinct vince su tutto e, una volta immersa, ho dimenticato la gravità e il mondo con le sue schizofrenie, trasformandomi in un mitologico essere che ancora nessun nuovo Omero ha mai descritto.

E sì ... ho ripreso la quiete, lo spazio, l'essenza del tutto nel nulla cosmico, ho lasciato andare, fino a sentirmi elemento. Natura nella natura.

pina ianiro

 

 

si ringraziano: crocchette canallegri bio,

costumi parlafortealsole,

caffe' marciainpiù,

libreria filosofieastruseealtriguai

16.7.22     testo e foto: pina ianiro

 


 

Commenti

Post popolari in questo blog

_Ultimo brindisi (poesia di: Anna Achmatova, 1934)_

_Mimosa (finchè non sono stata donna)_

_300 posti profilo professionale Istruttore Polizia Municipale... cronaca di un ordinario giorno da precario_