Inquietudini e Borges
A volte leggere trafigge tanto che prende ogni molecola e la centrifuga, riporta in vita pensieri che sai di aver cavalcato come puledri impazziti senza riuscire a domarli, sentendoti a tua volta folle, chiedendoti, ma perchè mentre il mondo produce indefesso io perdo tempo pensando?
A che serve in fondo perdersi a
pensare? A pensare concetti intangibili, disorientanti, immateriali? A che
serve la mia testa, i neuroni danzanti nel cosmo delle domande, senza
fondamenta scientifiche? Le mie inutili domande, l'indomabile caos della
curiosità che spinge a cercare senza sosta qualcosa che sfugge, tutto, troppo,
sempre, e poi sentirsi inadeguati. Sapere di non conoscere mai nulla
abbastanza, essere perennemente lontani dalla terra del sapere, restare a bocca
aperta ad ascoltare chi invece nuota con classe nelle profondità di argomenti
di cui io conosco a stento la riva.
Sono inquieta, uno scompiglio. Sono uno scarabocchio confuso in un mondo
lineare e dai contorni perfetti.
Sono quella che in un mondo matematico e concettuale si apparta e si incanta
attratta da tutto ciò che non ha nome.
Jorge Luis Borges lui un nome lo ha, nonostante tutto resto incantata nel
leggerlo e la musicalità intraducibile dello spagnolo rende tutto ancora più
affascinante.
Parlaci del tempo Maestro ...
"Negar la sucesión temporal, negar el yo, negar el universo astronómico,
son desesperaciones aparentes y consuelos secretos. Nuestro destino (a
diferencia del infierno de Swedenborg y del infierno de la mitología tibetana)
no es espantoso por irreal; es espantoso porque es irreversible y de hierro.
El tiempo es la sustancia de que estoy hecho.
El tiempo es un río que me arrebata, pero yo soy el río; es un tigre que me
destroza, pero yo soy el tigre; es un fuego que me consume, pero yo soy el
fuego.
El mundo, desgraciadamente, es real; yo, desgraciadamente, soy Borges."
(El tiempo de Borges)
pina ianiro (inquietudini e Borges 9.5.22)
Commenti
Posta un commento