Nulla è solo ciò che è
Riflettevo su alcuni concetti e fermavo delle idee a matita su un foglio.
Era partito tutto dall'osservare dei semplici tappi di sughero.
Come sempre accade mi si è aperto un cassetto da qualche luogo in zona limbica. il cassetto si è deformato e ampliato in frattali che percorrevo come stanze e corridoi.
Si aprivano porte, altre si chiudevano. si aprivano finestre su mondi e domande universo di pensiero ...
Il pensiero Big Ben da cui ho innescato l'inevitabile tuffo in un altrove che risucchia, era che nulla è solo ciò che è, ovvero ciò che appare.
Riuscendo a rimettere un attimo in riga la testa e tutto quell'imbarazzante contenuto, ho preso fiato in questo mondo fatto di cose, ho ripreso con gli artigli i neuroni scappati e tutto l'innesto di immaginazione che ci si mescola.
I tappi di sughero erano lì, forse ridevano di me.
Il libro aperto di poesie perfettamente estraneo alla tematica, tanto lontano ero arrivata a distrarmi dal povero poeta ...
Ho preso la matita è ho appuntato (con un tratto trasparente e in geroglifico o atzeco):
"è solo sughero.
niente è solo ciò che è.
differenza significato, significante"
La cosa pazzesca non è questa, quanto ciò che è accaduto due minuti dopo ...
Attraversando un mio non raro momento di bulimia da libri, sono andata a vedere che libri mi aveva mandato recentemente mio fratello, regalandomene alcuni dei suoi (la motivazione è lunga e inutile).
Dieci, prevalentemente filosofici.
Ne prendo uno "Apparato di cattura. Capitalismo e schizofrenia" Gilles Deleuze e Felix Guattari, lo apro ... L'occhio cade sulla prima parola a caso della pagina a caso, del libro a caso, cercato a caso, in un momento a caso ...
"Significante".
Fine dei giochi.
Ritorno nel mondo di scatole e corridoi, ai bivi, tra le ramificazioni ...
Mi perdo e riprendermi è la solita impresa.
Lo specchio capovolto alla domanda "che ci faccio qui?"
pina ianiro
2 giugno 22
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