Un viale alberato

 

Poi un giorno ti svegli e le braccia hanno finalmente caldo. Fine di tutti gli strati di panni che asfissiano libertà e respiro. Fine di quel disagio che si insinua fino nelle ossa. Fine delle mani perennemente fredde.
Esci e sei in pace con l'istinto: Libera!
Non c'è alcun dubbio, certe caratteristiche sono innate, lo conferma il fatto che tua figlia ti guarda e ti dice "ti vedrei perfetta su una moto". La guardi, sorridi, non le chiedi alcuna spiegazione.
Il fatto è non avere bisogno di una moto per sgattaiolare tra le strade, capelli al vento e sguardo all'orizzonte.
Il fatto è non aver bisogno di mete particolari o chissà quali avventure.
Non sono le cose aggiunte a determinare l'idea di libertà, semmai sono le cose sottratte, ciò che la vita ti ha sottratto e ti sottrae e come riesci a gestire le privazioni. In questo caso, per metafora, un surf renderebbe ancora meglio, molto meglio, di una moto, l'idea.
Sei riuscita a restare in piedi a prescindere dalle onde. Ecco.
Comunque i capelli sono sempre scompigliati dal vento, questa resta una costante, sai che non potrebbero rappresentarti in modo diverso e inizi a chiederti se sei nata già con i capelli e se quel 13 agosto in sala parto ci fosse del vento, forse un ventilatore.
Nell'ironia di un giorno che come spesso accade, ne vale due, hai trovato la solita (solida anche), impagabile ancora di salvezza.

Eppure, mentre ti lasci inghiottire da un viale alberato, mentre i ricami delle ombre dei rami scorrono e si rincorrono sul vetro dell’auto e la luce acceca tanto quanto la sua negazione, senti una morsa pazzesca tra costato e anima.
Tiri via, con forza la sensazione ma comprendi che non puoi contrastarla devi viverla, lasciarti prendere, lasciare che il viale alberato diventi percorso intimo.

Ti fondi tra le note (Resistance dei The Muse https://www.youtube.com/watch?v=ywpJACWd0dA) e privi di ragione e difesa ogni angolo dell'essere, solo così può accadere la catarsi. La musica ha un potere immenso, abbandonarsi alle sensazioni libera.

Quante volte arrivi a sentire il fiato corto e un'ansia assurda. Quante volte pensi "non ce la faccio". Quante volte sei a un millimetro dal mollare. e ancora, quante volte avresti un bisogno assurdo di scaricare una quantità di lacrime trattenute che al confronto il diluvio universale sarebbe una banale pozzanghera ...
Ci pensi sai che capita ed è capitato ma sai anche che è solo un momento. si riduce tutto a una manciata di minuti bui.
Poi ingoi o chissà cosa accade. Forse ti incazzi un po’ con tutti e con nessuno, forse spari qualche parolaccia come fanno i bambini quando vogliono scimmiottare i grandi arrabbiati, forse sposti l'attenzione, forse un po’ tutto assieme.
Sei solo una persona che il mondo si è abituato a considerare "forte". Sei solo una persona che ha dovuto essere forte anche quando non era pensabile. C’è riuscita e alla fine ha deciso che lo era davvero anche a costo dell'incomprensione, della solitudine nell'esatto momento del bisogno, perchè chi è forte ce la deve fare da sè.

Il viale termina, pochi secondi dopo la musica e il chiaroscuro dei ricami delle ombre.
Hai cantato, non eri cosciente di pensare e assaporavi un senso misto, una sorta di agrodolce, un sapore pungente che arrivava a pizzicare anche gli occhi.
Torna a galla un pò di dolore, accade.
Può tornare a galla un lieve ricordo che ancora annebbia e spesso rischia di portarti un pò indietro con sè, ma sei più forte, devi esserlo, devi correre, correre veloce. Hai scelto di essere una persona libera da compromessi e questa cosa richiede impegno e tu lo sai.
Capelli scompigliati dal vento, un sorriso ...
pina ianiro (14.5.22) 


 

Commenti

Post popolari in questo blog

_Ultimo brindisi (poesia di: Anna Achmatova, 1934)_

_Mimosa (finchè non sono stata donna)_

_300 posti profilo professionale Istruttore Polizia Municipale... cronaca di un ordinario giorno da precario_