_ I pesci non chiudono gli occhi. (ringraziando Erri De Luca)_

Si chiude il cancello. Comincia a piovere. Frugo distratta nelle tasche, rapide le mie dita cercano le chiavi, eppure sto uscendo, non devo entrare. E' la pioggia a venirmi a prendere lungo i capelli, scivola fresca sul mio viso dove riposano i baci dei bambini appena lasciati a scuola, non li dissolve e non li cancella, sono eterni come i sentimenti puri spalancati alla luce come finestre aperte, non si custodiscono per aumentarne il valore si spandono, si spalmano con generosità come fa la luce del sole ad Aprile.
Da certi libri si ri_nasce; le pagine lette:  nuovo ventre da cui attingere nutrimento, ed essenza... e, l' ultima pagina un distacco che sarà sempre unione... è successo ancora. E' accaduto ieri. Sono nata da un libro di Erri De Luca, "I pesci non chiudono gli occhi". Breve ma intenso, capace di trasmettere con apparente semplicità in ogni parola che diventa un passo, e poi un altro e un altro... delicatamente fino al culmine, centrando il bersaglio con precisione... Parla d'amore e parla di tutto; tutto ciò che nella vita conta di più. L'essenziale. Filosofia mascherata da pensieri di bambino, sono loro i depositari della filosofia, perchè pensano pensieri non filtrati e si danno risposte logiche che partono da punti fantastici arrivando a conclusioni pratiche passando attraverso la bontà e la purezza! 
Sono lettrice prima di essere "scrittrice", questo termine mi spaventa, non posso mettermi al pari di uno scrittore come Erri De Luca e non lo farò mai, ma so di sentire come lui, di percepire la vita con quelle lenti speciali, forse pericolose, che hanno gli scrittori in dotazione, senza volerlo vediamo oltre... per colpa di queste lenti a infrarossi: spiamo, ci riflettiamo in vite che non ci appartengono, a volte facciamo anche di peggio... inventiamo vite a chi non ne ha!!! Mi capita spesso di dover spiegare questa strana febbre dello scrivere, dell'inventare, dell'immaginare e rendere tangibile cose completamente finte... Per me è normale, tanto da non riuscire a immaginare il contrario: non creare storie, situazioni, persone.... Per me è normale guardare un uomo attraversare la strada, essere colpita dalla sua ventiquattrore aperta e farci sopra un film; osservare una mamma a cui cade il ciuccio mentre raccoglie il sonaglio al bambino e immaginarne la vita oltre le mura di casa... Sono così, siamo così noi che scriviamo... Ma, in fondo, l'amore tra tutti è sempre il sentimento che più fa scalpore e spaventa... Quando scrivi d'amore puoi chiamare il protagonista Valentina e farlo essere un trans, Annibale e proiettarlo nella storia antica, Cenerentola e inventare principi e illusioni fatate... ti chiederanno sempre " ma il libro è autobiografico?", chissà perchè non accade lo stesso con i romanzi gialli zeppi di scene cruente, non è più semplice immaginare e voler parlare d'amore piuttosto che immaginare scene raccapriccianti?
Insomma, scrivere d'amore è un gesto eroico, compromettente ma necessario per creare sogni positivi in sè stessi e in chi leggerà. Donare la propria immaginazione al lettore, seminare fiori d'illusioni poetiche sull'argomento più bello che c'è é pura dedizione, credetemi ed è per questo che ringrazio qui, pubblicamente, Erri De Luca, perchè me lo ha fatto capire con tenerezza... mentre venivo partorita attraverso le sue pagine.
A tutto questo ho pensato, ero ancora al cancello che si chiudeva ma questa volta entravo... nelle tasche frugavo in cerca delle chiavi e ho trovato il mio sorriso... una carezza al mondo inquieto che cerca l'amore e ci gira intorno senza arrivarci mai forse perchè non sa che è dappertutto....

pina ianiro (un umile ringraziamento era il minimo che potessi fare...)






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