_Notti di cristallo (8)_ accento artistico (ovvero: ritmo)


Appartengo al funambolico mondo degli artisti, quelli che vivono di esplosioni improvvise d'estro, di quell'incontenibile bisogno di smascherare il mondo dall'illusione della ragione, di quella misteriosa ubriachezza che spinge a esprimere le discromie oltre la perfezione.
In lotta col mondo, oggi, davanti a uno specchio: gli occhi troppo lucidi, la pelle pallida e quell'eterna scintilla anche nel più triste degli sguardi ... mi chiedo se questo "accento" artistico sia condanna o privilegio.
Un po’ amletica, ultimamente, oscillo tra l'essere e il non essere anche in quest'ultima domanda che mi vado ponendo. Il fatto non è semplice! E' che, signori miei, la fantasia, comprendo solo adesso, andrebbe tenuta a freno se non bandita in questo mondo che preme ad essere quanto mai concreti e privi di anelanti passioni, un mondo che spinge alla moderazione e al temperamento, all'opportunismo nel crearsi una vita calibrata su misura. 
E' chiaro, dunque, che ho sbagliato "sarto"! Il resoconto della mia vita, fino ad ora, è un immenso e complicato pasticcio! Un ingarbuglio inestricabile e, ora che ci ragiono da un po’, rischio di rimanere attorcigliata in una catena di interrogativi, primo tra tutti: da dove ho cominciato a sbagliare? Se riuscissi a trovare, con precisione, il primo errore, da quello scaturirebbero, a grappolo, tutti gli altri! Ed io vi dico che uno dei miei più immensi errori è stato non indossare le lenti della realtà così com'è, tuffarmi con troppo entusiasmo sempre oltre essa, voler vedere l'orizzonte tutto e scoprire quanto è attraente la relatività ... La cosa bella è che ci ho creduto! Credevo fosse possibile vivere normalmente in questo mondo pur vedendolo diversamente dalla maggior parte di persone! Diciamo, per dovere di cronaca, che ho sempre rispettato il temperamento altrui, la poca smania, la pacatezza e tranquillità d'animo e, a dirla tutta, forse ho invidiato queste qualità!! E man mano è aumentato in me questo senso di "invidia" (ovviamente in senso buono!) per chi ha il temperamento utile a conquistare i giorni di questo mondo qua ... Perché io fremo se quello che improvvisamente mi avvampa non riesco a esprimerlo; scalpito come un bambino se sento il bisogno di impastare parole o colori, ispirati da una giornata piatta o grigia, ma non posso farlo! Sono mondi paralleli di spumeggianti beatitudini fatte di illusioni tattili che rendono la realtà più leggera e che per me sono vitali!
Immagino sia difficile porgere a menti equilibrate tutto questo ... Immagino che possa sembrare delirio ... Peccato! In fondo io, voi vi capisco e vi rispetto. In effetti rendermi pian piano conto di questa incomprensione verso il mio estro, mi ha un pò frenata facendomi, poi, arrivare al punto di pormi tante, troppe domande. Un controsenso per un artista, non credete? Ma accade a volte … Ed è quando un positivo e un negativo si scontrano che può capitare l'inferno sulla terra ...
Spieghiamo ... Innanzitutto: "positivo" e "negativo" è in senso lato, solo per indicare due cose estremamente differenti e in conflitto tra loro. Dunque, immaginate questa lotta avvenire nella testa di un individuo... Avete avvertito una forte esplosione??? Ecco, io sì... e sto cercando di riprendermi.
Per farlo, probabilmente devo accettare la mia indole, non obbligarmi ad essere ciò che non sono, del resto, qualcuno diceva: "chi nasce tondo, non muore quadro" ... Forse dovrei riflettere su questo e, poi, guardare: le famiglie riuscite, le carriere brillanti, le donne impeccabili, le vite perfette ... senza colpevolizzarmi perché io ne sono esclusa.
Sono nata da un "accento" artistico, il mio dna è impastato d'arte, non conosco concretezza -mi sembra troppo riduttivo classificare tutto e incasellarlo nella scientifica logica dell'unopiùunougualedue- ma solo sensazioni e sentimenti, fatico a non guardare oltre la superficie delle cose e a non cercare la luce in uno sguardo e mi ritrovo sempre ad ascoltare più il non detto che ciò che mi si dice. 
Ho provato a tradire il "mio mondo" e il risultato è ciò che sto soffrendo: sentirmi in lotta con questo che mi sfugge, non mi piace e non capisco; al tempo stesso dimenticare il mio, chiudermi all'ispirazione lasciarla fuggire in un vano tentativo di impossibile concretezza. 
Allora provo a rispondere alla mia domanda iniziale, l'arte non è né condanna né privilegio, ma un modo differente di camminare, respirare, guardare, Amare e vivere. Se spengo quella luce, spengo me. Ognuno ha la sua musica da rispettare, il proprio battito … sarebbe bello riuscire a imitare per non sbagliare, ma forse saremmo tutte copie prive d'esistenza... chissà...

pina ianiro




 

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