_Notti di cristallo (16)_ Ogni brandello di sicurezza è una menzogna.
Baracche trasformate in
abitazioni lungo campagne di periferia, dove giocano bambini convinti che sia
quella la vita che meritano e ridono nella nebbia di un giorno che non vuole
iniziare, pigramente sconfinato verso le undici in un fine settimana qualsiasi
di un anno già molto dopo il duemila. Ridono e urlano qualcosa, mentre corrono
dietro a un pallone sgonfio e la scena si allontana come le loro voci che
invece rimangono in un angolo di mondo non loro, quell’angolo di mondo che si
riempie di ogni cosa riesca a catturare l’attenzione oltre i vetri di questa
macchina.
Sentirsi come quel papavero, al
margine del marciapiede, solo, fragile sul suo esile stelo eppure rosso e alto,
un punto di colore rosso in equilibrio sulla vita rubata all’asfalto, preziosa,
unica, delicata.
Non rallenta il viaggio, ci sono
i balconi e le finestre di palazzi come pianeti da esplorare. Le piante
affacciate e rigogliose raccontano potenziali storie, il vuoto ne racconta
altre eppure il banale qualunquismo potrebbe essere sfatato, inversione di
sguardi opinioni prive di pregiudizi. Ogni brandello di sicurezza è una
menzogna.
Lo insegnano i bambini delle
baracche a pochi chilometri da questi quartieri residenziali dove ignari coetanei
parlano di iphone e tra una parolaccia e l’altra, sputano sui loro
agi ricevuti in dote da una sorte beffarda.
Attraversa la strada un ragazzo
con vari cani al guinzaglio, saranno tutti suoi? Sono quattro e tutti di razze
diverse. “Ma non vedi che sono un dog sitter”, direbbe se potesse. “Ho una
laurea e ho lavorato per tre mesi a Londra, poi, sono dovuto tornare perché mia
madre non stava bene, ho lavorato come commesso al Mc Donald’s, tre mesi, poi
mi hanno sostituito con un altro ragazzo, il figlio di un parente del
proprietario … mi arrangio così. Pensa che l’odore dei cani mi fa venire la
nausea! Nuotare o affogare” … Nuoto.
E nuoto, sì. Nuoto.
L’acqua. Acqua ovunque, anche ora
lungo la strada, improvvisa.
Avrà interrotto il gioco dei bambini
delle baracche? Macché! Sembra di vederli! Sono ancora più divertiti. E i cani?
Sai che odore ha il pelo di un cane bagnato?
Piove improvvisa una pioggia
acida di veleni nascosti che fanno un gran male, piove solo fuori da queste
mura, fuori da me, picchiettando forte ciò che colpisce.
Lo scrosciare di questa pioggia è
anima frammentata che si ricompone altrove in cerca di spazio. Non si torna in
utero, nasci e sei costretto a vivere.
Sott’acqua si respira meglio e
tutto diventa più chiaro. Il silenzio ovattato del respiro, mentre il corpo
rimane a galleggiare privo di peso.
Sono qui e sono altrove, lungo i
viaggi della mente e lontano mentre non penso e nuoto. Non esiste il non
pensare, si possono scavare tunnel percorrendo le proprie arterie, voli
pindarici disegnati intingendo il pennino in inchiostri di superquark. Cosa
direbbe pieroangela a proposito? Le bollicine che mi escono da naso e bocca …
ecco, aria.
L’aria così leggera, allora perché
pesa in alcuni momenti? Respirare a fatica, sentire pesi sulle spalle.
“Galleggiami” acqua, privami di
corpo questa notte e' una notte di cristallo e i frammenti sono ovunque.
pina ianiro (senza data quando la vita scherza male)
immagine dal web |
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