_Macchia rosa_




La luce rosa si rifrange ovunque, mi cattura l'intensità stesa come una piacevole macchia sul pavimento del salone, tanto da interrompere il flusso perpetuo delle faccende varie e soffermarmi nella meraviglia del momento.
Il respiro si fa lento, i pensieri si sciolgono in frammenti poetici della stessa luce, delle medesime sfumature, avverto quel formicolio gradevole di una primavera promessa, dormiente ma pronta nel guscio dell'inverno.
Ho lo sguardo affamato, non é la vista il mio forte eppure l'osservazione mi contraddistingue ed é un osservare strano, come uno scavare, tanto che a volte ho l'impressione di bucare, di arrivare troppo in là.
Resta sempre il cielo, il soggetto più interessante, forse perché non finisce mai.
Me lo chiedo ancora, come da bambina "finisce da qualche parte?" e ancora provo iperboliche spiegazioni non curante di qualsiasi prova scientifica.
E la mente viaggia, e mi sento piccola, sempre più piccola, microscopica, pulviscolo, nulla...
Un nulla nell'immenso, eppure sento che questo nulla ha una potenza paragonabile al tutto che lo sovrasta e lì sconfino evitando di ricordare percorsi filosofici già battuti, lasciandomi andare in balia del pensiero che ora si rifrange insieme alla luce rosa e pare attraversarmi come se fossi anche io trasparente, non potrei essere vetro, aria sì.
Così contengo gli elementi: mentre sono aria, sento il fuoco, l'acqua mi dondola in un galleggiare limpido e profondo mentre radici scavano fino a incontrare la terra.
E intanto la sera, senza fretta, ingoia il giorno. Resta il profumo della macchia di luce rosa, proprio qui, dove ora resto.
pina ianiro (pomeriggio di gennaio, 10.1.2020)

Commenti

Post popolari in questo blog

_Ultimo brindisi (poesia di: Anna Achmatova, 1934)_

_Mimosa (finchè non sono stata donna)_

_300 posti profilo professionale Istruttore Polizia Municipale... cronaca di un ordinario giorno da precario_