_Monologo davanti alla tazzina di caffè di Jean Luc Godard

... accadeva durante il lockdown, accadeva ai confini della realtà, in quello spazio surreale in cui qualsiasi cosa é stata possibile e impossibile, in quel tratto di tempo che ha significato metamorfosi.

Quante cose che non avremmo mai pensato di fare ... giorni che non avremmo mai pensato di vivere ... ci siamo inventati di tutto, percorsi alternativi di viaggi senza muoverci di un passo, dimensioni astratte, storie salvifiche per restare a galla e anche per osare di più. Sì, perchè a un certo punto, non ci siamo neppure più accontentati di riuscire a restare confinati e in equilibrio, abbiamo tentato il volo, e lo abbiamo fatto in tanti, forse tutti ... Superare i nostri ostacoli per superare il buio, il silenzio asfissiante delle città fantasma, superare la tristezza e la paura, superare ... 
Solo ora e con molta lentezza, comincio a rendermi conto di cosa abbiamo vissuto, ora che finalmente allento, ora che é addirittura tornata un'estate che pare quasi normale.
Sto tornando indietro a tratti, non sempre volutamente, e in quell'altrove ho ripreso questo video in cui mi sono sperimentata "attrice", é stata una prova ardua per me che non ho memoria e soprattutto mi impappino sempre per timidezza, recitare mi piacerebbe ma senz'altro non é la mia confort-zone.
Questo monologo di Jean Luc Godard tratto da Deux ou trois choses que je sais d'elle del 1967, mi ha colpito perchè é un pensiero molto prossimo al mio pensare ...
Buona visione



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