SCRIVERE -testi di canzoni-

 

I miei occhi stamattina sembrano aver ingoiato la notte e le stelle.
Le note dei Marlene Kunz mentre bevo il caffè, mentre mi appiccico le dita col miele che scivola dalla fetta di pane tostato.
Avverto tutto come energia che servirà a creare.
Linfa ovunque si orientino i miei sensi che sono più di cinque.
La lancetta dei minuti non si arrende al giro, cerco di ignorarne i passi e seguo i miei.
C’è una dimensione sconosciuta ai più, in cui annega l’artista ed è l’unico stato di smarrimento, perdita di controllo, piacevole che conosca insieme all’amore.
Mi rapisce uno sbavo d’inchiostro intorno alla parola “strappo”, subito dopo “brivido tronco”.
Avevo cancellato “troncare muto”, cancellerò anche “brivido tronco” e tutto rientrerà in “strappo”, così circondato dall’alone d’inchiostro.
I testi delle canzoni li scrivo a penna: bic nera.
I testi delle canzoni li scrivo con una grafia famelica di parole istintive su fogli.
Fogli.
Comincio su uno, poi si moltiplicano secondo l’idea che parte dall’ascolto della musica che mi lasciano per scoprirne il testo nascosto, un po’ come lo scultore con il pezzo di marmo.
E proprio per questo che il testo di una canzone non riesco a scriverlo su uno schermo, mi serve la carta: la materia.
Mi serve l’inchiostro che sia sangue che dia vita.
Il respiro, sarà la musica.
pina ianiro (alba del 16.8.2020) 
 
 
 
 

 

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