SIGARETTA E STELLA CADENTE

 

Indice e medio della mano destra tesi verso le labbra che aspirano una slim, l’estremo della sigaretta che si accende al tiro, le chiacchiere con un’amica nella corte del condominio, le spalle scoperte che cercano il fresco della sera, le case affacciate sui nostri giorni da raccontare.
Non fumo, non so nemmeno come si tenga la sigaretta tra le dita, l’avrò fatto il numero di volte che si può contare sulle dita di una mano e questa è la sera adatta per farlo ancora. Semplicemente mi va e ci sta!
Siamo sedute sul muretto, continuiamo a parlare e mentre il fumo ci esce dalle labbra, una scia d’argento luminosa scivola di traverso in cielo.
“Una stella cadente!” esclamo sorpresa come una bambina.
“Esprimi un desiderio!” dice la mia amica.
Ci sono notti che ti vengono a cercare, non c’è la luna, né il mare, c’è la meraviglia di respirare quel miracolo informe e senza nome di un giorno pieno, pieno di ogni sfumatura di colore, di sapore e sentore.
Sarà il risveglio un po’ alla Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany dopo il party etilico: la testa annebbiata e una sensazione di leggerezza quasi ostentata, il girovagare per casa con un sorriso un po’ ebete, l’occhio languido, i movimenti rallentati, melliflui, mi ritrovo a parlare con l'orchidea.
Del resto dicono che le piante “sentono”, avvertono, capiscono … e io, sì, le devo parlare.
Così scelgo anche un sottofondo musicale per farmi captare meglio, per farle percepire le mie vibes (come piace dire oggi, ovvero, le vibrazioni).
“Orchidea, tu devi stare bene, queste foglie gialline che significano? Dai, resisti!” La incito, accarezzando le foglie gialle.
“Resistiamo!”, concludo senza comprenderne il motivo.
Una mattinata un po’ al rallenty, ma poi, metto il costume, un copricostume, prendo borsa da mare, cappello, libro e inforcando gli occhiali da sole, mi trascino in piscina.
Continuo a sentirmi Holly (interpretata dalla Hepburn), in effetti l’effetto che faccio è verosimile: tra l’assonnato, lo scocciato e il canzonatorio della serie “chi se ne …..”
Non mi dispiace sentirmi così, mi sembra di vedere ogni cosa da una prospettiva di menefreghismo ovattato. In questo momento ci sta, in questi giorni ci sta, in questo periodo ci sta, insomma: ci sta!
Stendo il mio telo sul prato, vado a fare la doccia e entro in piscina.
Nuoto e nuoto e nuoto … non esiste mondo, solo acqua e la sensazione di muovermici all’interno. Non ho più consueto respiro, gravità, pensiero … Elaboro ogni cosa in modalità fluida.
Il resto del giorno è lento, pigro, quel che basta per capire che sono in vacanza.
In vacanza dai pensieri pesanti, soprattutto, da tutto quel periodo che è ancora in fase di elaborazione e assimilazione.
E poi, poi chissa' ... non puo' essere solo l'effetto del vino, del resto dopo quasi ventiquattro ore dovrebbe essersi attutito.
"Vuoi una sigaretta?" mi chiede Donatella.
"Sì." le rispondo.
E il pensiero va' leggero come il fumo.
pina ianiro (attraverso ferragosto 2020)
 
foto pina ianiro

 

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