Non so aspettare (il tempo è un lusso, un privilegio)



 Non puoi sapere del silenzio che raccoglie la mia voce mentre ripete le frasi di una poesia. Quel sussurrare breve di parole, cadenzate con tono intenso, nonostante la stanchezza, al di là di un’idea concreta. 

Non puoi conoscere la profondità del sentire che distrugge confini e preconcetti, in una sera buia di Dicembre. Una data qualsiasi sul calendario che marcisce appeso in un tempo che fugge immobile, al contrario di me che resto vigile oltre le palpebre e come le ciglia, curvo il pensiero verso l’alto. Invento nuove preghiere fatte di memorie poetiche per dare motivo ai giorni e alla mia mente, per calibrare l’attesa che non ho le membra adatte a poter gestire. 

Non so aspettare lasciando solo che il tempo fluisca, non ne vedo il senso. 

Il tempo è un lusso, un privilegio. 

Sono fatta per muovermi e andare, per correre, respirare forte, per piegarmi dal ridere, fare capriole nei prati, inciampare, graffiarmi per scavalcare cancelli e mura, sono fatta per tuffarmi e nuotare, nuotare finché c’e’ fiato, per guardare lontano, per osservare e riflettere, per immaginare, creare, contemplare, ascoltare, stare insieme … So stare ferma solo perché so che posso muovermi, so aspettare solo se so che ho fatto qualcosa che potrà favorire l’esito dell’attesa. Un kínēsis inteso nel senso ampio del termine, un abbraccio senza ostacoli alla voglia di espandere l’orizzonte delle proprie possibilità attraverso la costante ricerca di se stessi che richiede lunghe stasi introspettive. 

Non è un correre ansioso senza tregua, è un procedere attivo deciso e dolce, un incedere poetico, usando anche la lentezza proficua del meditare per crescere, imparare, evolvere. 

E’ peccato mortale restare a sopravvivere, ci sono tante cose ancora da amare.

La campagna che stamattina respirava cielo mentre, dal terreno verde spettinato di milioni di fili d’erba, si levava il torpore lieve di una nebbiolina bianca che velava il paesaggio. … 

E restavo, restavo incantata su questa scena.

...

Era presto. Roma ancora addormentata, fingeva d’essere in piena attività. Le saracinesche dei negozi calate, le voci nel mercato ... I colori, i profumi, il vociare … il mio passo silenzioso, lo sguardo curioso.

- Buongiorno. – E un sorriso affacciato al balcone degli occhi.

... ( ... ecc ...)

pina ianiro 22.12.20



io a Tormarancia uno dei quartieri più colorati e artistici di Roma





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