La distanza del fusto

 

si insomma ... te ne stai lì a rigirare frames della vita tra le dita, i capelli e i pensieri.
- un piatto di spaghetti ai pomodorini.
ordini, mentre il mondo bisbiglia un sottofondo talmente presente che sfuggi tu.
non senti il chiasso dell'ora di punta, le suonerie dei cellulari, le chiacchiere ai tavolini accanto, i frushhh delle cerniere dei giacconi, nè il calpestio dei passi altrui, le auto fuori a pochi metri dalla sala oltre la piccola siepe ... scompare tutto.
sei sospeso tra le righe di un qualcosa che si scrive senza inchiostro e senti che delicato preme pur non facendosi livido ma carezza, una traccia luminosa nel sottobosco muschioso che hai imparato a amare, forse per il profumo di terra e muschio, forse per "la distanza del fusto" quella misura che usi per ricordarti che tutto è connubio tra terra e cielo, materia e anima.
- vedi? - dicevi - guarda i rami degli alberi spogli. sono come le radici ma si aggrappano al cielo, vivono spingendosi verso l'alto. gli alberi non possono esistere solo nutrendosi di terra, sono come noi. tutto è racchiuso nella misura della distanza del fusto.
intanto arriva il piatto di pasta e te ne resti a rigirare gli spaghetti tra i rebbi della forchetta. ti incanti anche lì, in nuove storie che forse mai nessuno si fermera' a osservare, mentre tu sì, tu osservi, perchè è così che ascolti e leggi e impari quel mondo che altrimenti sarebbe troppo, troppo distante da te.
c'e' il laghetto che inghiotte sorsi di raggi di sole di un febbraio che si crede gia' primavera, come te che resti quell'aria già primavera che sfugge ai contorni netti, spaventa, incanta, ubriaca o lascia indifferenti.
non importa purchè sia reale linfa a spingere con forza verso ogni cosa abbia sapore vero.
e inizi a recitare sottovoce versi ...
"Si, por detrás de las gentes
te busco.
No en tu nombre, si lo dicen,
no en tu imagen, si la pintan.
Detrás, detrás, más allá"
un Salinas imparato per non pensare a cose tristi e per sperare ... perchè sei così.
 
pina ianiro
 

 
 
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