La lavatrice

 

La mia lavatrice è a un millimetro dal prossimo tentato suicidio. La vedo e soprattutto la sento arrancare nella corsa impazzita degli ultimi giri di cestello. Un aereo che decolla senza prendere il volo. L'ultima centrifuga prima di mollare il piedino nel vuoto, oltre la pedana, e schiantarsi.

I panni all'interno, ignari del suo disagio, si fidano e si affidano alle sue manovre d'acqua e detersivo, alla cura schiumosa che li deterge, li friziona, li frulla.

Che ne sanno della sua stanchezza, della frustrazione, della solitudine?

Non sanno quante volte la lavatrice, guardandomi con aria implorante, mi ha chiesto "pietà", "risparmiami per oggi", e io sadica a ingolfarla di voluminose felpe dei figli che una volta intrise d'acqua, diventano macigni; a riempirla di malefici fantasmini che non vedono l'ora di separarsi per essere riaccoppiati in modo promiscuo.

Consuetudine dettata dal copione di una vita perennemente in corsa, non solo piede sull'acceleratore, ma riflessi sempre pronti a mutare il percorso, nonostante la mente sia sempre in viaggio in un labirinto di idee oltre il richiesto, oltre l'organizzazione basilare per gestire ogni incastro.

A nulla valgono i sindacati delle lavatrici, delle lavastoviglie, dei forni ... Ecco, ad esempio i forni ... qui si suicidano senza alcun preavviso, non lamentandosi come la lalavatrice, con silenziosa dignità, lasciandomi sbigottita a pensare "ma come? Eravamo così affiatati ... Ha sfornato fino a poche ore fa con amore ..."

Bella vita gli elettrodomestici di chi gestisce i tempi con pacata moderazione, di chi placa la sete del giorno senza avvertire l'urgenza di strafare.

pina ianiro

foto di pina ianiro

 

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