Riflessioni sulle strade lucide di pioggia e pozzanghere, pensieri liquidi, stagni di vite altrui. 
Osservate sembrano più vive, più vere, anche più tragiche, forse un pò vuote.
Vuote lo sono, come gli occhi e lo sguardo di chi le indossa insieme a capi di marca. Macchine oltre misura, senza un vero motivo, forse per sentirsi ancora più piccoli all'interno ma grandi fuori, parcheggiate al confine di ipocrisie e superficiali miti di un benessere dato per scontato talmente tanto che ogni cosa è noia. Ogni cosa è fumo.
Intanto passano i minuti, il tempo così prezioso per alcuni e inutile per altri.
La luce muta di una giornata piovosa di novembre, evidenzia il contrasto giallo ambrato delle foglie degli alberi e dei tappeti autunnali ai margini delle strade.
L'odore di tutto è stridente, intenso. I rumori del quotidiano invitano all'ascolto.
Chi osserva non riesce a trascurare i dettagli e l'attesa inaspettata in coda nel traffico, allo sportello postale, al bancone del bar, alla cassa del supermercato, o in qualsiasi altro luogo, diventa occasione per raccogliere storie.
Raccontarsi storie per guardare il mondo, per dare ampiezza.
La sera poi arriva come un sipario di velluto, prova a separare i fatti.
Eppure rifugio il mio bisogno di pensare, tra gli strati di stoffa, nel rumore sordo di un tuono che nasce.
Mi rendo conto di avere bisogno di pensare più che di cibo.
Anche questa sera diventa spartiacque tra tempo e spazio, e l'anima si perde.
pina ianiro







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